State-of-art and remarks on some open questions about DSGSDs: hints from a review of the scientific literature on related topics

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Le deformazioni gravitative a grande scala sono particolarmente importanti sia per il loro ruolo morfogenetico che per il rischio associato alle deformazioni indotte e alla possibile evoluzione in grandi frane catastrofiche.

Per questi motivi, negli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi specialistici su questi fenomeni. La mancanza di una classificazione generale e universalmente riconosciuta, unitamente alla grande variabilità di morfologie e caratteristiche, ha portato allo sviluppo di numerose terminologie e definizioni, che rendono l’approccio a questi fenomeni particolarmente complesso. nonostante ciò, è possibile identificare alcune caratteristiche fondamentali, sia in termini di cinematismo ed elementi morfologici prodotti che in termini di fattori di controllo e possibile evoluzione.

Le dsGsds possiedono caratteristiche che le collocano in una posizione intermedia tra le frane s.s. e la tettonica gravitativa. Tra le diverse tipologie di fenomeni non esiste un limite netto e ben definito, anche se nel corso degli anni sono stati prodotti diversi studi sugli elementi che consentono di discriminare i vari processi. In particolare, come elemento caratteristico delle dsGsds alcuni autori hanno considerato l’assenza di una superficie di scivolamento continua, mentre altri la mancanza di limiti esterni ben definiti.

La prima condizione ha perso di valore a causa della scoperta di superfici di scivolamento continue in molte deformazioni gravitative, mentre la seconda è strettamente dipendente dalle caratteristiche geologico-strutturali dei versanti coinvolti e dal grado di evoluzione del fenomeno, anche se appare piuttosto comune in natura.negli ultimi anni, alcuni studi hanno evidenziato l’importanza delle elevate scale spaziali e temporali che contraddistinguono le dsGsds.

Le scale su cui esse agiscono sono strettamente connesse al comportamento reologico tempo-dipendente degli ammassi rocciosi coinvolti, che rappresenta un elemento distintivo e caratteristico di tali fenomeni. L’analisi della letteratura scientifica esistente ha permesso di definire i range che contraddistinguono questi processi deformativi guidati dalla gravità. Le dsGsds presentano dimensioni generalmente comprese tra 106 e 109 m3, localmente fino a 1010 - 1011 m3, e si sviluppano su intervalli di tempo variabili tra 103 e 104 anni, in alcuni casi fino a 105 anni.

Sulla base di quanto esposto, si ritiene che la loro differenziazione rispetto alle frane convenzionali e alla tettonica gravitativa non possa essere fatta in riferimento a un singolo elemento, ma piuttosto tenendo conto di tutta una serie di fattori caratteristici. in sintesi, i principali elementi che contraddistinguono le dsGsds sono:

  • dimensioni comparabili con quelle dell’intero versante (o gran parte di esso);
  • limiti esterni o margini diffusi, discontinui o non ben definiti, con fianchi talora coincidenti con elementi idrografici o tettonici;
  • distribuzione peculiare di alcuni elementi morfologici (sdoppiamenti di cresta, depressioni sommitali, trincee, scarpate, controscarpate, fratture da trazione, rigonfiamenti), generalmente distribuiti lungo l’intero sistema crinale-versante-fondovalle;
  • tassi di deformazione estremamente ridotti (nell’ordine dei millimetri/anno);
  • ampie scale spaziali e temporali (volumi compresi tra 106 e 1011 m3 e intervalli di tempo compresi tra 103 e 105 anni);
  • complessi processi deformativi (deformazioni fragili, duttili e visco-plastiche sia in ammasso che lungo bande e piani di taglio);
  • ammassi rocciosi intensamente fratturati e deformati (non completamente disturbati, con struttura originaria ancora riconoscibile, a meno che nelle zone di taglio); (viii) presenza di frane secondarie e grandi collassi di versante (in tutto o in parte del versante).

Italian Journal of Engineering Geology and Environment (IJEGE), published by Sapienza Università Editrice university press, is the open access Journal of the Research Center CERI on “Prediction, Prevention ad Control of Geological Risks” of Sapienza University of Rome.


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