Di Norberto Gnes, Tesi di laurea magistrale
Relatori Prof. Ing. Claudio Oggeri - Prof. Ing. Alberto Godio
"Scopo del lavoro svolto è quello di riportare in maniera più fedele possibile ciò che è necessario per il buon conseguimento di un diaframma plastico, tecnologia usata in campo ambientale per isolare determinati volumi di terreno, qualora non sia possibile rimuoverli per lo smaltimento.
Questo tipo di intervento sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni, ciò che manca però è la giusta normativa di riferimento, su cui potersi basare per poter realizzare un’opera all’avanguardia. Senza alcuna pretesa, si vuole documentare al meglio un intervento che può tornare utile per casi futuri.
Argomento della tesi è la descrizione e l’analisi di alcune delle fasi di lavorazione nel cantiere presente nello stabilimento ex Ecolibarna, che ha come fine la prosecuzione della messa in sicurezza dell’area di discarica. I primi lavori, svolti come lotto 1, sono terminati nel 2011 con la realizzazione di 230 metri di diaframma plastico, che però non è stato sufficiente per ridurre il flusso d’inquinanti. È così che, nel 2019, con la vittoria dell’appalto da parte della Riccoboni S.p.A. sono ripresi i lavori per terminare il diaframma plastico (435 metri di lunghezza).
La parete impermeabile, costituita da una miscela chiamata “Solidur” (composta da cemento e bentonite) e da una membrana in HDPE, si immorsa nello strato di marne situate a diverse profondità, consentendo così l’isolamento del cumulo di discarica e la protezione della prima falda. Durante i lavori, le analisi di laboratorio su acqua e terreno vengono svolte in continuo, così da monitorare la situazione a livello chimico ed avere un riscontro su ciò che si sta facendo. Inoltre, grazie alle analisi, è possibile determinare se i volumi di terra scavati, siano smaltibili come rifiuti pericolosi oppure no.
Il materiale per redigere la tesi proviene dagli appunti raccolti nei giorni in cui si è andato in cantiere a vedere le varie lavorazioni, dalle spiegazioni fornite dal capo cantiere, dai coordinatori delle ditte in subappalto e dal relatore, che ha provveduto anche a fornire libri e documenti scientifici. Un’altra fonte di informazione è stata internet, che ha permesso di reperire articoli e relazioni, così da recuperare dati appartenenti anche a contesti esteri.
Il documento presenta in primis una breve storia del sito, un inquadramento del cantiere, dove e in quale contesto geologico si collochi. Seguono alcuni esempi applicativi dei diaframmi plastici e le finalità del cantiere stesso, gli interventi di presostegno, atti a risolvere i potenziali problemi di sgrottamento e scivolamento del terreno, e come questi siano stati realizzati.
Un capitolo sarà dedicato interamente alle analisi di stabilità, così da vedere se gli interventi fatti prima dello scavo del diaframma abbiano facilitato le operazioni e garantito la dovuta sicurezza. Verrà trattata la tecnologia usata per saldare i giunti ai teli, operazione che consente di unire le geomembrane fra loro e garantire la continuità fisica del muro plastico; riportando quali test siano stati seguiti secondo le norme. Stoccaggio del terreno e analisi di questo saranno studiati per vedere quali siano i vincoli e i limiti da rispettare per un cantiere a carattere ambientale. Infine si presenteranno le analisi di laboratorio eseguite su provini di Solidur, per verificarne le prestazioni in termini di resistenza a compressione e permeabilità.
L’intervento di confinamento avrà ottenuto i risultati previsti in fase di progetto? Proveremo a rispondere a questa domanda, cercando di analizzare ciò che è stato fatto e i motivi che hanno condotto a determinate scelte."